Alla Milano Design Week debutta la Grande Panda Kartell, descritta dalla Casa torinese come un laboratorio creativo risultante dalla cooperazione fra la Fiat e l'azienda di design italiana. Questo partenere ha radici negli anni Cinquanta, periodo nel quale la Kartell ideò lo spazzacristalli per la prima serie della Fiat 500, una collaborazione che si estese sino al 2020, con l'introduzione della nuova versione. Fiat 500e Kartell Questa collaborazione mira ad investigare le risposte di un pubblico non convenzionale in uno scenario differente dal settore automobilistico, sottolinea Olivier Francois, amministratore delegato della ditta. Fiat . Dove, se non al Salone, svelare un progetto su cui Kartell sta lavorando da due anni e che è ormai in dirittura di arrivo?, conclude Claudio Luti, presidente della Kartell.
Tinte brillanti e particolari sfumature. Esposta durante l'intera settimana nell'espositore della Kartell al Salone del Mobile di Milano, questa versione si distingue grazie alla finitura rossa brillante, un tono che appare anche nei componenti centralesi delle ruote d'alluminio speciali e in alcune parti interne dell'abitacolo. Lo stemma aziendale compare pure sul pilastro C, sostituendo così quello della Fiat. L'interno presenta sedili tinta Tasmania Blue, decorati da un monogramma termo-stampato KK sui poggiapiedi, replicato poi nella tappezzeria del cruscotto. Nel quadro degli strumenti invece della silhouette della prima Panda c'è la famosa lampadina Kartell.
Un futuro insieme? Se l'esito della pièce unica esibita al Salone del Mobile rimane incerto, è certo che molti dei procedimenti usati per crearla potrebbero essere adattati anche per una produzione su larga scala. Alcune parti dell'interno sono state realizzate con il Polycarbonte 2.0, un tipo avanzato di polimero prodotto da risorse rinnovabili, caratterizzato dalla trasparenza, dall'alleggerezza e dalla resistenza. La tecnologia tex to tex consiste nel prendere gli avanzi delle fodere utilizzate per creare la poltrona Foliage di Kartell, triturarle fino a ottenere fibre residuali, poi intessute in un filato interamente riciclato al centodieci percento da impiegarsi come rivestimento sui sedili.