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Il governo sudcoreano è stato il primogenito nel decretare provvedimenti straordinari miranti a soccorrere l'industria automobilistica nazionale dalle ripercussioni causate dai dazii imposti dal presidente americano Trump. La città di Seul ha predisposto una serie di interventi, compresa assistenza economica diretta, agevolazioni fiscali ed incentivi finalizzati a stimolare la richiesta locale; si è altresì impegnata nell'avvio di trattative specifiche con Washington. Poiché autovetture e pezzi di ricambio rappresentano le merci più vendute da Seul agli USA, l'introduzione di questi tassamenti un dazio del 25% È veramente un duro colpo per la nostra industria automobilistica," ha dichiarato il governo dopo aver incontrato i rappresentanti di questo settore manifatturiero. L'anno scorso soltanto, tale settore ha esportato negli Stati Uniti prodotti autovalori circa 43 miliardi di dollari (le autovetture da sole sono state vicine ai 35 miliardi).

Le misure. Il piano di supporto sudcoreano comprende un insieme di provvedimenti mirati all'aumento della sicurezza nelle industrie focalizzandosi sugli aspetti prioritari. Ad esempio, nel tentativo di evitare difficoltà legate alla disponibilità di fondi liquidi, il governo sta incrementando l'aiuto economico da 13 trilioni a 15 trilioni di won. In aggiunta, sono stati abbassati gli impatti d'acquisto su auto dall'attuale 5% allo 3,5%, una decisione valida sino al prossimo giugno. Sono anche previsti maggiori incoraggiamenti ai produttori di energia: se attualmente lo stipendio parziale dei fabbricatori rappresenta tra il 20 ed il 40% dello sconto applicabile, questa cifra salirà al 30%-80% entro la conclusiva del corrente anno. La gestione governativa intende altresì implementare azioni adattabili basate sulla quantità di danni subiti dalle aziende nell'avvenire e promuovere efficacemente le politiche di estensione operata dalle Case locali verso nazioni africane, latinoamericane o asiatiche ancora poco avanzate. Ulteriormente riguardante i colloqui con Washington, Seul ha dichiarato di voler fare tutto quanto possibile affinché gli USA non mettano in atto accordi sfavorevoli nei confronti della Corea del Sud rispetto agli altri suoi alleati, migliorando contemporaneamente la collaborazione reciproca mediante negoziazioni.

Il confronto tra Trump e Pechino. Mentre i rapporti tra la Casa Bianca e la Cina continuano ad essere tesi, soprattutto dopo l'introduzione da parte del presidente Donald Trump di una tariffa del 104% sulle importazioni provenienti dal paese asiatico, comprendente un aumento del 20% annunciato all'inizio dell'anno, uno extra del 34% registrato la scorsa settimana ed un ulteriore incremento del 50% imposto in seguito alle contro-misure prese da Pechino. Il governo cinese non è rimasto indifferente e ha minacciato contramisure forti e decisive per tutelare i suoi interessi nazionali, sottolineando il suo diritto legittimo allo sviluppo economico. I rappresentanti di Pechino hanno dichiarato che "la sovranità, la sicurezza e gli interessi di crescita della nazione cinese resteranno intoccati", ma contemporaneamente lasciano aperta una via al dialogo come possibile soluzione ai conflitti commerciali attualmente presenti. Nel frattempo, Trump mantiene salda la propria posizione, manifestandola con frasi esplicite durante l’evento organizzato dal National Republican Congressional Committee nella capitale degli Stati Uniti; qui egli ha asserito che le nazioni bersagliate dalle tariffe desideravano ardentemente raggiungere un compromesso. Aggiunse poi, usando terminologia piuttosto cruda, che queste stesse nazioni cercano costantemente contatti diplomatici per ottenere favori politici.

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